Nostalgia,
fuori è una giornata bellissima, ma io sono dentro con i miei fantasmi.
Avevo nostalgia, inconsciamente quando non sto bene certe volte ho bisogno di casa, di famiglia, di ricordi ripenso al cibo e a delle preparazioni. Volevo fare da un paio di giorni le cascatelle di ricotta. Avevo voglia di zia. Le preparava mia mamma e le preparava mia zia. Vivevo quei momenti con gioia, in cucina, a casa della nonna. Erano sensazioni positive.
Solo che l'effetto invece che terapeutico è stato devastante. Le ho preparate da sola, non in compagnia come un gesto rituale, in silenzio, e con la consapevolezza che quelle tradizioni, quelle preparazioni, ricette, riti non ho nessuno cui tramandarle e nessuno con cui condividerle. Un pezzo di lessico famigliare sta per morire con me.
Dalla nostalgia, al dispiacere.
Sono buone queste cassatelle, dolci e profumate. Solo di tanto in tanto sapranno di sale perché qualche lacrima le ha bagnate.
TrinityPat
On daily life: online and offline
Sunday, April 30, 2017
Tuesday, April 25, 2017
#wired or disconnected. La vita ai tempi dei social media
Ormai c'è Facebook e whatsapp e instagram, è cambiato il modo di comunicare. Pochi anni e gli smartphone sono diventati i nostri inseparabili compagni di vita. Gesti quotidiani. Sveglia al mattino, apro whatsapp controllo le notifiche, Facebook, faccio il giro dei post degli amici, metto qualche like, una reazione, un commento, condivido un post. Leggo un bell'aforisma faccio lo screenshot e lo mando su whataspp al gruppo degli amici.
Amici. Siamo tutti amici. Tu quanti amici hai?
Aggiorno la foto del profilo e guardo costantemente il numero dei like. Beh questa volta sono più dell'altra volta.
Chiudo, ah no, riapro, dimentico il giro su instagram, il post condiviso su Facebook era carino, vediamo cos'altro c'è.
Sono al bar, c'è rumore intorno. Un post suscita la mia attenzione, piego la testa e mi tuffo nella rete, riemergo e mi accorgo di non essere sola. Un completo stato di isolamento che assorbe perfino i sensi. Non sono sola ad essere intontita dalla presenza in rete, assenza fisica dal luogo in cui mi trovo.
Abbiamo tutti una riflessione da fare, frasi eterne da dire, meme da replicare, salvo poi alimentare il gossip che passa da Facebook a whatsapp.
Si vedono facce sorridenti su Facebook e su instagram, stati estatici su whatsapp. La maschera della vita presente a mostrarsi, esporsi e sovraesporsi.
in mezzo alla strada facciamo selfie, postiamo foto. Non ci sono foto tristi, le foto rappresentano un costante stato alterato della realtà. Presentano una realtà distorta. Perché la vita non è quella che ci illudiamo di far scorrere quando la presentiamo su Facebook o instagram.
La vita è quella che viviamo quando siamo disconnessi.
Amici. Siamo tutti amici. Tu quanti amici hai?
Aggiorno la foto del profilo e guardo costantemente il numero dei like. Beh questa volta sono più dell'altra volta.
Chiudo, ah no, riapro, dimentico il giro su instagram, il post condiviso su Facebook era carino, vediamo cos'altro c'è.
Sono al bar, c'è rumore intorno. Un post suscita la mia attenzione, piego la testa e mi tuffo nella rete, riemergo e mi accorgo di non essere sola. Un completo stato di isolamento che assorbe perfino i sensi. Non sono sola ad essere intontita dalla presenza in rete, assenza fisica dal luogo in cui mi trovo.
Abbiamo tutti una riflessione da fare, frasi eterne da dire, meme da replicare, salvo poi alimentare il gossip che passa da Facebook a whatsapp.
Si vedono facce sorridenti su Facebook e su instagram, stati estatici su whatsapp. La maschera della vita presente a mostrarsi, esporsi e sovraesporsi.
in mezzo alla strada facciamo selfie, postiamo foto. Non ci sono foto tristi, le foto rappresentano un costante stato alterato della realtà. Presentano una realtà distorta. Perché la vita non è quella che ci illudiamo di far scorrere quando la presentiamo su Facebook o instagram.
La vita è quella che viviamo quando siamo disconnessi.
We’re on
FB Whatsapp and Instagram, in a few years our way to interact and comunicate
has dramatically changed. We’re maybe less smart than our phones, but
definitely devoted to them. We’re into routines never before figured: wake up
call, checking likes, reading posts, sharing, adding comments. Reading epic
sentences, screenshotting and sharing on whatsapp.
Friends,
we’re all friends, how many friends have you got. Are you defined by the number
of friends on your profile. Unfriended have you been by some ex-friends.
I’m
updating my profile pic, and checking continuously the number of likes. Well
this time more than the last one.
Ok I’m
done for the morning. No, I forgot my usual visit on Instagram, I’d seen a
shared post on facebook and had almost forgotten to see what else is on…
I’m at a
cafè, noise around. Dipping the coffeespoon into the coffee, the other hand
holding tightly the “thing making me feel smart” and my head dipped into an
apparently interesting post, in a complete state of isolation which absorbes
all of my senses. I breath back and realise I’m not alone being isolated, yet
phisically there, but somewhere lost into a net.
We all
need to say something, we’re all happy on facebook and instagram. Putting a
mask and showing off.
We’re
constantly posting picture, updating states, selfying. Only happy and contented
faces, presentino a constant counterfeited aspect of reality.
Shouldn’t
life be the one we’re living when we’re disconnected?
Friday, July 31, 2015
Momenti di inebriante mammitudine,
ovvero di quando tornare indietro è ormai impossibile.
Di quando ti sei appena seduto a cena e "mamma mi scappa la cacca"
Di quando sentì chiamare mamma e ti giri anche se sai che sei sola
Di quando conosci a memoria ogni episodio di Peppa e Masha e cominci a citarli infarcendo i tuoi discorsi di citazioni
Di quando ti ritrovi a canticchiare la canzoncina di Peter pan o di Mia
Di quando senti una mamma chiamare le gemelle Perla e Stella
Di quando hai appena fatto indossare ai tuoi figli dei vestiti "puliti" (un po' più eleganti del solito) e loro impiegano circa 20 secondi per sporcarli di solito con cibi untuosi che richiedono costosi passaggi in lavanderia
Di quando ti ritrovi in silenzio la sera sul divano in compagnia del tuo compagno di vita e tutto ciò che desideri é stare in silenzio
Di quando vai in vacanza in un villaggio vacanze e scopri con orrore al tuo ingresso sciami urlanti di bambini che impazzano per ogni dove. (L'ultima vacanza era stata in un resort esclusivo immerso nel verde silenzioso della campagna, dove le uniche voci urlanti erano quelle dei tuoi figli che per ovvii motivi non puoi fare a meno di non sopportare)
To be continued....
Monday, October 27, 2014
Torino e il Salone del Gusto 2014 - l'Arca del Gusto
Siamo al nostro terzo salone del gusto. Con bimbi il primo e il secondo, senza bimbi quest'ultimo.
Siamo foodies, così ci hanno definito. Forse si, non so, fatto sta che ci nutriamo con gli occhi, per il piacere del gusto. Andiamo alla ricerca di sapori che esaltano il palato, che ci lasciano sensazioni. Andiamo alla ricerca di incontri con persone che ci raccontino la loro storia, le loro convinzioni, fatiche e soddisfazioni. Andiamo sul territorio per incontrare i produttori.
Siamo foodies, così ci hanno definito. Forse si, non so, fatto sta che ci nutriamo con gli occhi, per il piacere del gusto. Andiamo alla ricerca di sapori che esaltano il palato, che ci lasciano sensazioni. Andiamo alla ricerca di incontri con persone che ci raccontino la loro storia, le loro convinzioni, fatiche e soddisfazioni. Andiamo sul territorio per incontrare i produttori.
Questa volta abbiamo visitato un altro angolo delle Langhe, in passato Barolo, oggi La Morra, Grinzane Cavour
. I paesaggi ad ogni curva sono sorprendenti, se poi le bizze del tempo ti regalano una giornata di cielo tersissimo e riesci a scorgere nitida la cintura delle Alpi che corona il Piemonte e un tramonto mozzafiato con venature di arancio e viola che si confondono con le frastagliature del Monviso e in lontananza scopri le vette rosa del Monte Rosa e il Cervino, allora ti puoi davvero ritenere fortunato di godere di tanta bellezza.
A La Morra abbiamo mangiato all'Osteria More e Macine, gustato i cavoli con acciughe, un sapore forte per palati abituati, una battuta di carne piemontese esaltata dall'incontro con olio di oliva pugliese. Poi i maltagliati con funghi, impastati con farina di mais e i classici ravioli del plin al ragout. . I paesaggi ad ogni curva sono sorprendenti, se poi le bizze del tempo ti regalano una giornata di cielo tersissimo e riesci a scorgere nitida la cintura delle Alpi che corona il Piemonte e un tramonto mozzafiato con venature di arancio e viola che si confondono con le frastagliature del Monviso e in lontananza scopri le vette rosa del Monte Rosa e il Cervino, allora ti puoi davvero ritenere fortunato di godere di tanta bellezza.
Il Salone del Gusto di quest'anno aveva un tema fondante, una simbologia tanto arcaica quanto concreta: nella zona del salone detta Oval riservata a tutto il mondo si notavano delle vele ricadenti dal soffitto che definivano l'area dell'arca del gusto,
un'area dedicata ai semi, alle varietà di frutta, alle varietà di produzioni agricole del mondo. Un monito fortissimo, un invito alla riflessione che la biodiversità va preservata, coltivata, alimentata e protetta contro un mondo globalizzato che ci vuole più poveri, meno consapevoli e peggio alimentati.
In effetti l'area internazionale del Salone del gusto è interessante da visitare perché fianco a fianco si trovano culture e popoli per i quali i frutti della terra le coltivazioni rappresentano ancora la principale fonte di sostentamento.
Dobbiamo tornare alla terra, a coltivarla a farci benedire dai suoi frutti, a rispettarla. Perché siamo della terra, l'abbiamo ricevuta in dono e dobbiamo restituirla ai prossimi più in salute di come l'abbiamo trovata.
Al salone abbiamo gustato l'ottima granita di Alfredo da Salina,(cachi e nocciola... ho ancora le papille gustative in visibilio), siamo andati a caccia di fave di cacao tostate, e le abbiamo trovate in Perù, abbiamo assaggiato e mescolato mille sapori.
Abbiamo incontrato vecchi amici, che, andati incontro al destino, sono diventati produttori di nocciole , ci siamo dissetati con una gazzosa Lurisia (il patron Farinetti era li), abbiamo visto passare etereo e maestoso Carlin Petrini, l'artefice di tutto questo parlare di cibo e soprattutto di buon cibo, di tradizioni, sapori, cultura, terra, agricoltura, contadini... . Abbiamo riso alle battute del di Mary Cacciola e Andrea Lucatello di Radio Capital e
poi abbiamo assaggiato, e, pasticciato, dolci e salato, confuso i sapori, rincorso gli odori e ..... sostenuta l'iniziativa delle donne del carcere di Lecce acquistando le borse Made in Carcere incuriositi dai loro progetti di Orti Urbani verticali.
Un turbinio di emozioni, incontri, sapori, che é sempre un'esperienza gratificante e divertente....
Addio Salone, addio Langhe, Addio Torino. Grazie per la tua ospitalità e regalità. Torneremo,
Tuesday, June 10, 2014
Torte dei compleanni 2014
Davvero il lavoro mi ha assorbita al punto da trascurare il blog. Ma soprattutto quest'anno non ho raccontato delle torte di compleanno dei bimbi. Eh si perchè le torte dei compleanni sono una specie di tour de force. I due "ragazzi" sono nati a distanza di tre giorni, e finora ho festeggiato insieme il loro compleanno, il piccolino gode della confusione della festa del fratello.
Però quest'anno nella scuola del grande hanno deciso di festeggiare i compleanni in classe (circa 25 ore di lezione perse, quasi una settimana di studio andato in patatine e dolci - lo so sono acida, ma per me è tempo diversamente impiegabile) e quindi non ho potuto tirarmi indietro.
Allora quest'anno le torte sono state ben due!
Non ho voluto più cimentarmi con la pasta di zucchero, non avrei avuto nè tempo, nè pazienza, ma ho usato i coloranti, che sono stati una piacevolissima soluzione. Ed ecco i risultati.
La prima torta, mangiata a scuola, è stata abbastanza semplice da realizzare, una mud cake non farcita. La mud cake si mantiene molto morbida, ricoperta con una crema di burro.
L'idea geniale è stata quella di usare delle scaglie di cocco da colorare. Pensavo fosse semplice realizzare le venature di cioccolato per il costume di spiderman, ma ho dovuto riprendere un paio di volte il cioccolato per trovare la giusta consistenza. Ma c'è un trucco....... riuscite ad indovinare? Non riuscivo a realizzare Spiderman sulla torta, allora ho realizzato la figura e ritagliata su della carta forno e lì ho preparato le venature di cioccolato e le ho poi riempite delle scaglie di cocco colorate. L'impressione generale non è male.
Il gusto... beh con una mud cake al cioccolato è difficile sbagliare.
Finita la prima festa avevo quasi esaurito le energie per il secondo giro di torte, ma eccone una facile e scenografica che mi ha salvata.
I bimbi sono due, le torte sono due..... una sopra l'altra. La base un classico pan di spagna bagnato con del succo d'arancia e farcito e ricoperto con una crema alla nutella (che ahimè mi è venuta troppo liquida). La torta superiore la mud cake non farcita, ma ricoperta di una miscela di panna e ricotta azzurre. Ai lati un contorno di kit kat, e mentre la assemblavo mi sono resa conto che ne avrei dovuti avere di più quindi alla fine ho distanziato notevolmente le barrette per riuscire a ricoprire le torte, e, infine, una bella manciata di abbondanti m&m's.
Il risultato finale è stato questo. Con due bei candelotti spara fiammelle e le candele vere e proprie, bimbi felici, panze piene.
E anche quest'anno i compleanni sono passati.
Subscribe to:
Posts (Atom)