Siamo foodies, così ci hanno definito. Forse si, non so, fatto sta che ci nutriamo con gli occhi, per il piacere del gusto. Andiamo alla ricerca di sapori che esaltano il palato, che ci lasciano sensazioni. Andiamo alla ricerca di incontri con persone che ci raccontino la loro storia, le loro convinzioni, fatiche e soddisfazioni. Andiamo sul territorio per incontrare i produttori.
Questa volta abbiamo visitato un altro angolo delle Langhe, in passato Barolo, oggi La Morra, Grinzane Cavour
. I paesaggi ad ogni curva sono sorprendenti, se poi le bizze del tempo ti regalano una giornata di cielo tersissimo e riesci a scorgere nitida la cintura delle Alpi che corona il Piemonte e un tramonto mozzafiato con venature di arancio e viola che si confondono con le frastagliature del Monviso e in lontananza scopri le vette rosa del Monte Rosa e il Cervino, allora ti puoi davvero ritenere fortunato di godere di tanta bellezza.
A La Morra abbiamo mangiato all'Osteria More e Macine, gustato i cavoli con acciughe, un sapore forte per palati abituati, una battuta di carne piemontese esaltata dall'incontro con olio di oliva pugliese. Poi i maltagliati con funghi, impastati con farina di mais e i classici ravioli del plin al ragout. . I paesaggi ad ogni curva sono sorprendenti, se poi le bizze del tempo ti regalano una giornata di cielo tersissimo e riesci a scorgere nitida la cintura delle Alpi che corona il Piemonte e un tramonto mozzafiato con venature di arancio e viola che si confondono con le frastagliature del Monviso e in lontananza scopri le vette rosa del Monte Rosa e il Cervino, allora ti puoi davvero ritenere fortunato di godere di tanta bellezza.
Il Salone del Gusto di quest'anno aveva un tema fondante, una simbologia tanto arcaica quanto concreta: nella zona del salone detta Oval riservata a tutto il mondo si notavano delle vele ricadenti dal soffitto che definivano l'area dell'arca del gusto,
un'area dedicata ai semi, alle varietà di frutta, alle varietà di produzioni agricole del mondo. Un monito fortissimo, un invito alla riflessione che la biodiversità va preservata, coltivata, alimentata e protetta contro un mondo globalizzato che ci vuole più poveri, meno consapevoli e peggio alimentati.
In effetti l'area internazionale del Salone del gusto è interessante da visitare perché fianco a fianco si trovano culture e popoli per i quali i frutti della terra le coltivazioni rappresentano ancora la principale fonte di sostentamento.
Dobbiamo tornare alla terra, a coltivarla a farci benedire dai suoi frutti, a rispettarla. Perché siamo della terra, l'abbiamo ricevuta in dono e dobbiamo restituirla ai prossimi più in salute di come l'abbiamo trovata.
Al salone abbiamo gustato l'ottima granita di Alfredo da Salina,(cachi e nocciola... ho ancora le papille gustative in visibilio), siamo andati a caccia di fave di cacao tostate, e le abbiamo trovate in Perù, abbiamo assaggiato e mescolato mille sapori.
Abbiamo incontrato vecchi amici, che, andati incontro al destino, sono diventati produttori di nocciole , ci siamo dissetati con una gazzosa Lurisia (il patron Farinetti era li), abbiamo visto passare etereo e maestoso Carlin Petrini, l'artefice di tutto questo parlare di cibo e soprattutto di buon cibo, di tradizioni, sapori, cultura, terra, agricoltura, contadini... . Abbiamo riso alle battute del di Mary Cacciola e Andrea Lucatello di Radio Capital e
poi abbiamo assaggiato, e, pasticciato, dolci e salato, confuso i sapori, rincorso gli odori e ..... sostenuta l'iniziativa delle donne del carcere di Lecce acquistando le borse Made in Carcere incuriositi dai loro progetti di Orti Urbani verticali.
Un turbinio di emozioni, incontri, sapori, che é sempre un'esperienza gratificante e divertente....
Addio Salone, addio Langhe, Addio Torino. Grazie per la tua ospitalità e regalità. Torneremo,