Monday, June 4, 2012

Keep calm and travel on!

I viaggi, viaggiare, vedere posti nuovi per me rappresentano l'ossigeno.


Ho avuto la mia boccata d'aria a Valencia. Sapevo ancora prima di partire che sarei tornata arrabbiata, prego chiunque legga di volermi smentire, ma il motivo per cui sono tornata arrabbiata è la consapevolezza di vivere in un paese arretrato, sia ben chiaro non solo la città di Palermo, o la Sicilia, ma l'Italia intera.
D'accordo la crisi monetaria internazionale, i rischi, il default etc. etc., ma non c'è spinta innovativa, pulsione in Italia, visione d'insieme, capacità di programmare e pianificare, capacità di vedere lontano. E questo si vede anche nella manutenzione della cosa pubblica, nel rispetto del patrimonio comune, nel sapere progettare opere che esaltano e promuovono la cultura, il benessere, il bello.

In breve ecco cosa mi ha colpito di Valencia:



  • Opere architettoniche moderne e funzionali: la città dell'arte e della scienza, un complesso architettonico di  indescrivibile impatto visivo realizzato da Calatrava. 

  •  Piste ciclabili: le piste ciclabili sono funzionali e davvero presenti in molte parti della città 
  • Pulizia: la città è molto pulita, anche in quartieri più distanti dal centro
  • Spazi verdi: il letto del fiume deviato è stato trasformato in un polmone verde che scorre per 9 km nel mezzo della città, con piste ciclabili, giochi per bambini (tutti in ordine e non spaccati, nè sporchi), attrezzi per adulti (a poche centinaia di metri gli uni dagli altri), 



  • Parchi a pagamento curatissimi, aperti ai bambini della città e quindi stimolanti per la loro crescita: l'oceanografico e il bioparc (nulla a che vedere col tristissimo bioparco di Roma)



  • Ascensori: Valencia è una città a misura di persone con handicap o comunque di mamme con i passeggini. Le barriere architettoniche sono poche (marciapiedi bassi) e tutti gli ascensori che abbiamo usato in metro e dalla metro in fuori erano tutti funzionanti. 

  • spiagge in città:  un lungo mare a perdita d'occhio, spiagge grandi e a distanza solo ombrelloni fatti in paglia e due gabiotti a strisce blu e bianchi. Ogni gruppo di ombrelloni si distanzia dall'altro per 50 metri. 

4 comments:

  1. Anche io provo le stesse sensazioni al ritorno da un viaggio in una qualsiasi delle città europee.
    E meno male che non sono ancora mai stata in America ;)

    ReplyDelete
    Replies
    1. L'America ha molti volti, ma viaggiare, conoscere , vedere incontrare resta per me una delle attivita più belle ed interessanti per la vita

      Delete
  2. Anche a me viene rabbia quando vedo paesi in cui le cose funzionano davvero (c'è anche di peggio però).
    Il problema siamo anche noi italiani però!

    ReplyDelete
    Replies
    1. Noi italiani siamo comici fino all'essere patetici: stiano in tema, aeroporto di Valencia fila per Malaga, ordinata, quasi British; fila per Roma, un branco di persone disordinate e ansiose di scavalcare e superare gli altri.... È una metafora di...non so quale paese mi ricordi

      Delete

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...