Thursday, July 7, 2011

Cosa mi da fastidio dei venditori ambulanti in spiaggia!


Estate, tempo di vacanze, e mentre sei lì a contemplare il mare e goderti le tue meritate ferie devi trascorrere la giornata dalle insistenti proposte degli extra comunitari, i cosiddetti marocchini.
Eppure dietro una definizione che li assomma indistintamente ruotano etnie e storie di vita diversissimi fra di loro e ciascuno porta il proprio fardello di offerte e proposte:
Le cinesi propongono massaggi
Gli indiani collane e pietre preziose
I ragazzi neri neri, quelli dell’Africa più nera, non sappiamo definirli, né distinguerli, forse ghanesi, senegalesi, sono alti, per lo più, magri slanciati e alcuni belli, bellissimi, loro portano borse e cd farlocchi.
Poi ci sono i cingalesi di loro competenza sono gli oggetti da spiaggia
e i poi gli africani dell’Africa del Nord i tunisini e i marocchini e chissà da quale altra nazione della fascia  mediterranea, loro portano abbigliamento.
Ma per molti sono invisibili, e in effetti dopo un po’ lo sono davvero, fantasmi opachi che attraversano spiagge chiassose e variopinte. Ma il loro passaggio diventa presenza assordante, risulta impossibile non vederli.
Ed ecco cosa mi da fastidio:
Mi da fastidio che le persone tirino sul prezzo della merce che loro vendono.
Mi da fastidio che le persone diano loro del tu. E’ che dando loro del tu ne sminuisci la dignità e l’umanità, li poni indistintamente al di sotto di te.
Mi da fastidio che non li si guardi negli occhi. Io per prima non ho il coraggio di guardarli negli occhi per scoprire che loro sono lì perché la mia metà del mondo affama la loro metà del mondo. Li penso dolenti col loro passo cadenzato, lo sguardo triste, proporre senza convinzione le loro merci. Non riesco a immaginare da dove arrivino e quanto difficile sia stato il loro percorso, accidentato e drammatico.
Mi da fastidio che dei ragazzini impertinenti, sotto gli sguardi compiaciuti dei genitori, si permettano di prenderli in giro, scacciarli o umiliarli.
Sono venuti per un destino migliore e continuano a sognare chissà quali sogni dopo un giorno intero in cui hanno macinato chilometri e maciullato i piedi in scarpe consumate. Cosa faranno a fine serata? Dove dormiranno? Avranno guadagnato abbastanza?
E come possono portare avanti un sogno se vivono ai margini di una società che li scaccia, li umilia, li ignora.
“La ringrazio, no, buona giornata” – Penso a volte basti poco per restituire loro la dignità, non è sufficiente però per restituire a me una sensazione di inadeguatezza e smarrimento.

1 comment:

  1. Ciao Pat!
    sono pensieri che faccio sempre anche io...
    bacio :)

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