Parentesi aperta.
Questa settimana è andata. Post con sfogo.
Insomma il massimo della mia vita sociale sono le attività di mio figlio.
Da quattro anni e mezzo in questa città mi sento più che mai ancora tanto sola. Non ho trovato uno straccio di amica con cui fare un aperitivo, una chiacchierata per negozi etc. etc. etc.
A dire il vero la maternità cambia molte cose, però dico davvero non sono riuscita a trovare un'anima femminile disponibile all'idea di condividere un percorso insieme. Sono io, ne sono sicura.
Nell'altra città, quella del cuore, avevo delle amiche, un pizzico di gratificazione, incontri interessanti, alcune amiche mi consideravano un punto di riferimento perchè riuscivo a scovare negozietti, angoli, offerte, frequentavo gruppi e facevo attività sportiva regolare, con le amiche. E' vero, non ero mamma, ma conoscendomi anche cor pupo sarei riuscita, magari cambiando target, a crearmi la mia nicchia di allegria.
E' vero che anche qui per carità ci sono persone con una mentalità diversa e propositiva, e le ho conosciute, le conosco, le stimo, voglio loro bene, ma non siamo diventate amiche.
Inseguo un mito adolescenziale? Forse. La verità è che mi sento molto, ma molto sola.
Il malessere per transitività si estende alla città, che non contribuisce affatto a rasserenarmi. E' una lotta contro i mulini a vento, contro una mentalità stantia, maleducazione imperante, senso civico pari a zero.
Stamattina l'ultima: il cortile in cui ci sono i box è indecente: cartacce, foglie varie, sporcizia, piccioni morti, arance spiaccicate, di qualche giorno fa un'enorme macchia di olio davanti al nostro box -ma dico metti della segatura o scrivi un biglietto di scuse, spiegami cosa è successo? Ti è esploso il serbatoio? Un branco di cavallette ha attentato alla vita del serbatoio dell'olio del tuo suvvone? Vuoi mandarmi un messaggio?-.
Insomma un vero disgusto.
Io penso: magari riesco a parlare con gli altri del cortile, possiamo incontrarci e ramazze in mano ripulire il tutto, renderlo più bello. Macchè: ti vado a beccare la vicina di box, e, dimenticandomi di chi fosse, intavolo la discussione (pe sta per palermitano erectus - iE sta per illusa eterna):
IE - "buongiorno, beh certo questo cortile è proprio un'indecenza"
PE -"ah sì io prendo la scopa e pulisco"
IE - si" - dico io -" ma così si pulisce solo il proprio spazio antestante, e non si conclude granchè"
PE - "ma insomma non si sa di chi sia questo pezzo di strada e quindi, non si sa chi dovrebbe pulirlo....."
IE - " non penso sia importante, a questo punto potrebbe essere carino che ci si conoscesse tutti e lo si pulisse insieme".
La conversazione è andata a finire su cosa? Sul fatto che io mi fossi lamentata che la sorella parcheggiava la macchina nell'area di manovra e che questa cosa non era giusta, perchè lei veniva per 5 minuti coi bambini. Insomma per la terza volta incontro 'ste tipe che sono ancora convinte che io abbia limitato la loro libertà non permettendo alla sorella di parcheggiare in uno spazio che è adibito a fare la manovra. Io che ho vietato a mia suocera di parcheggiare lì, perchè le regole valgono per tutti, io che ho preparato cartelli da mettere sui parabrezza di altri che parcheggiano abusivamente.
Alla fine sono io quella sbagliata e il cortile .... bisogna trovare chi è il proprietario. Bene, continuiamo a coltivare il nostro orticello, è così che si fa.
Ecco questo con l'amaro in bocca, fa il paio con la tizia che ha buttato il volantino pubblicitario davanti l'ingresso di casa propria e con tutti quelli che parcheggiano selvaggiamente in doppia fila e sulle strisce pedonali contribuendo a rendere la città invivibile.
E' vero non sono nata in Danimarca, sono siciliana, ma io ci sto male. E me ne ero andata ed ero felice. E sono tornata e sono profondamente infelice della scelta fatta. Soprattutto in questa città.
Ok basta.
Parentesi chiusa
Anche io ho una gran paura della solutine a cui potrei andare incontro, vieni via con me oltralpe? Almeno ci facciamo compagnia :-)
ReplyDeleteSI davvero, non ho mai avuto paura della solitudine, ma questo posto così caotico è talmente chiuso da sembrare claustrofobico. Verrei davvero, non sai quanto e quanto desidererei un cambiamento e non guardarti indietro, perchè ogni nuova avventura è entusiasmante :-)
ReplyDeleteoh oh... avrei potuto scriverlo io 'sto post...
ReplyDelete... a parte il fatto che la città nuova è, in realtà, un paesello di 20000 anime e che sono sarda, non siciliana, trapiantata nel salento...
per il resto: stessa solitudine, stesso rimpianto...
... vabbeh, se prenotate per la Svezia tenetemi in conto :)
comincio da un abbraccio Pat, ma un abbraccio di quelli forti e veri, di quelli che dal vivo non è successo che ci siamo ancora date.
ReplyDeletesulla seconda parte del post, capisco e condivido.
Sulla prima parte e su "non sono riuscita a trovare un'anima femminile disponibile all'idea di condividere un percorso insieme" credimi comprendo ancora di più. Io da un pò provo ad avere meno aspettative sui percorsi comuni e così prendo un pò meno legnate, ma ti assicuro che la pelle mi brucia ancora per recenti trascorsi. Incontriamoci..
Ciao, mi dispiace che ti senta così. E lo capisco... cambiare la mentalità delle persone è un'impresa ardua anzi probabilmente impossibile (a proposito, palermitano erectus e illusa eterna sono dei nickname meravigliosi!).
ReplyDeleteSulla solitudine... mi dispiace sentirti così... Se fossi qui, ti direi di andarci a iscrivere in palestra insieme (oltretutto io ne avrei proprio un gran bisogno!)... Un abbraccio :)
Mi sembra che entrambe viviamo nella stessa città... una città dove le cose che non vanno sono maggiori di quelle che non vanno!!! Ci sono in giro persone incivili e impossibili... ma anche tante persone eccezionali che lottano ogni giorno contro questo malcostume! Io soffro per le sofferenze della mia città, qui vivere è più difficile che altri posti ma non lascerei Palermo per nessun motivo al mondo!!!
ReplyDeleteSi cara Laura, so che ci sono persone eccezionali che credono profondamente in questa città e che lavorano per migliorare i costumi. Ma sono pochi e sparuti. Una città non è fatta da singoli, purtroppo! Capisco che quando sei nato in un posto, lo hai vissuto, e sei circondato dall'affetto di una grande famiglia è difficile pensare di potere vivere altrove. Tutto dipende probabilmente da cosa metti in cima alla piramide dei bisogni.
ReplyDeleteBel blog complimenti e bella famiglia....