Oggi è il 2 novembre.
In Italia è l'occasione per la commemorazione dei defunti.
Per me questa giornata ha il sapore di una tradizione, ricordi d'infanzia, sapori e odori, un giorno tutto sommato felice.
Qualche giorno prima a casa mia le foto, solitamente poco visibili, di volti antichi, zii e bisnonni, mai conosciuti venivano e vengono ancora messe in primo piano, sul marmo della cucina, alcuni lumini ad illuminare i volti immobili. In questi giorni chiedevo alla mamma chi fossero queste persone e lei immancabilmente cominciava a raccontare storie di un passato lontano, storie di vita, che grazie al racconto tornavano a rivivere. La foto della nonna, mai conosciuta, della sfortunata zia Mimì, della zia Concettina. Negli anni a queste foto si sono aggiunte altre di volti cari venuti a mancare. Le foto dei miei nonni: la nonna Gina, che mi cuciva i vestiti della Barbie, nonostante gli occhi malandati, il nonnino Sebastiano, un omino gracile la cui storia parla però di un gigante dalle spalle robuste che da solo ha trainato le sorti di una famiglia intera attraverso gli anni difficili della guerra. Eppure me lo ricordo con la sua vestaglia beige e il cappello con la tesa seduto in cucina a giocare i suoi solitari. A quelle foto si è aggiunta poi purtroppo l'immagine di Laura, che avevo conosciuto in Irlanda e che avevo chiamato una mattina di Natale ma non c'era più, uccisa la notte prima all'uscita dalla messa di Natale da una ubriaca e incomprensibile follia.
Nei giorni precedenti il 2 la mamma e la zia andavano più spesso del solito a "sistemare" la tomba, a far si che nel giorno del defunti i fiori fossero freschi e la tomba pulita.
Il cimitero, un piccolo cimitero di paese, con un Cristo all'ingresso e un corridoio di cipressi, in quei giorni si anima all'inverosimile. Il tradizionale luogo di incontro, che è la piazza del paese, diventa il cimitero. Non c'è mestizia, tranne intorno ad alcune tombe ricche di fiori, dove si capisce un lutto recente. Le persone compiono il doveroso giro di saluto alle tombe dei parenti e i vivi e i morti si incontrano e si salutano. Lì, in quel luogo si respira un senso di continuità fra la vita e la morte, si percepisce il rispetto verso questa incomoda compagna di cammino.
In Sicilia in particolare il rapporto fra vivi e morti è rinsaldato da un rito: ai bambini vengono fatti trovare dei dolci tipici (e figuriamoci se non si magnava....nella parte orientale della Sicilia dei biscotti: rame di napoli, totò, ossa dei morti, bersaglieri e biscotti regina, molto diversi dai biscotti della parte occidentale, dove si tende a regalare un "pupo" di zucchero e frutta martorana, ma ci vorrebbe un post a parte) e un regalo che arriva da lontano, portato nella notte da una persona cara che non c'è più. Trovo che sia un modo, che può sembrare macabro, ma a mio avviso è il più immediato per avvicinare i piccoli al rispetto per i defunti, al rispetto per la vita e per la morte.
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