Non solo per motivi anagrafici non sono ahimè una nativa digitale, ma penso che un altro elemento contraddistingua la mia natura di immigrato digitale: la continua e quasi ingenua capacità di entusiasmarmi e stupirmi. Quando spedii la prima mail (nel 1994) ad un mio amico negli USA rimasi sconvolta dalla sensazione di vicinanza. Nonostante il modem lentissimo e gracchiante, quella mail mi diede un'emozione quasi estatica che non dimenticherò mai. La distanza era annullata, lo spazio non esisteva più, non dovevo più attendere giorni per avere una risposta. Forse la mia sorpresa è paragonabile a quella di coloro i quali usarono il telefono per la prima volta o videro la televisione. La vicinanza, l'immediatezza, la "presenza" (parlava Steuer nel 1992 di telepresenza) sono gli aspetti salienti della rivoluzione informatica. E, da parte mia, la continua sorpresa per come ogni elemento di innovazione introdotto nella comunicazione informatica renda sempre più percettibile la vicinanza, la forza della comunicazione.
I sei gradi di separazione sono annullati, grazie a Twitter, posso interagire direttamente con Beppe Severgnini, ottenere una risposta immediata da parte sua.
Questa foto è tratta dal link su flickr dei tweet di Paolo Nespoli, grazie a lui siamo nello spazio anche noi.
Ma una nuova frontiera, almeno per me, immigrata digitale, è stata superata ieri: ho aggiunto un follow su twitter: ora seguo astro_paolo, l'astronauta italiano per ora in orbita e ho scoperto che manda aggiornamenti e foto dal cosmo. Ebbene si sono stupita, anche questa distanza è stata colmata, sono in contatto diretto con lo spazio e sono molto emozionata.
condivido in pieno quello che dici... anche io ricordo con stupore le prime email e le prime chattate... twitter, lo stesso... :)
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