Allora io mi inserisco da sola nella categoria delle tettalebane (termine coniato da Wonder ) dell’allattamento, ma rispetto le posizioni altrui. Io parto da un presupposto: siamo state raggirate e a me non piace essere presa per i fondelli, anzi ‘sta cosa mi fa proprio girare le balle!! E quindi faccio esattamente il contrario di quanto non vogliano farmi credere e magari, comincio a ragionare con la mia testa!!!!
Punto 1:
discorsi di mamme che si sentono in giro: “non ho latte, mi è andato via, diventa acqua dopo un po’, il bimbo non cresceva e così il dottore mi ha detto di dargli l’aggiunta”
aARGH, ma sante donne, Dio ci ha donato un cervello per utilizzarlo, non per annacquarselo. La fisiologia del nostro corpo è perfetta, il nostro corpo è perfetto, programmato per sopperire alle necessità dei nostri cuccioli (mai visto dare l’aggiunta da una mucca ai suoi vitelli o chiacchierare con un’altra mamma mucca di quanto sia poco nutriente il proprio latte!!!!!).
Ma ci rendiamo conto di come siamo state nel giro di 50 anni “neuro riprogrammate” dalle multinazionali ? ! (pediatri complici): ci hanno fatto credere d’essere inadeguate ad allattare e che il nostro latte non fosse nutriente, che fossimo inadeguate, che dovessimo avere bisogno di protesi, mentre da secoli (DA MILIONI DI ANNI) i mammiferi allattano e le specie non si sono ancora estinte per mancanza di latte!!!
Il latte non va via, se ce n’è poco è perché l’attacco è sbagliato. Il latte non diventa acqua: la sua composizione cambia nell’arco della giornata e poi nei mesi successivi per garantire al bimbo il nutrimento più adeguato al suo fabbisogno per la crescita. Il bimbo non cresce? Ma le tabelle sulle quali sono basati i famigerati percentili tengono conto della famiglia di origine? Se la madre è uno scricciolo il figlio magari sarà più piccolo, ma se cresce, ai suoi ritmi perché ingozzarlo con una sbobba a base di latte vaccino?
Punto 2: perché non parte o fallisce
Perché a chiunque dica che allattare è naturale rispondo: balle!! E mi spiego: si allattare è un gesto naturale, ma richiede un certo impegno fisico e soprattutto non è detto che tutti i bambini si attacchino immediatamente e nel modo giusto. Sì, certo, allattare provoca ragadi, dolore, talvolta, mastite, altre infezioni,ed è un meccanismo delicatissimo di richiesta/offerta. Se i primi giorni o il primo mese l’attacco è sbagliato, la mamma è indolenzita e il bambino dorme tanto, gli si propone subito il ciuccio e il bambino si attacca poco la produzione di latte sarà un pochino compromessa, ma non c’è assolutamente nulla di irrecuperabile. La pazienza e le richieste di aiuto sortiscono spesso l’effetto giusto e si può quindi partire con serenità. Di solito la fase più cupa, difficile e impegnativa può durare al massimo 50 giorni, meno di due mesi, per assicurare al proprio bimbo il miglior nutrimento in assoluto che la natura abbia predisposto per lui.
Punto 3: la fatica
Beh su quella possiamo dilungarci ad libitum. Adesso parlo per esperienza personale: allattare è faticoso, allattare è stancante, allattare è vincolante, ma allattare è anche economico.
Beh è pratico, il latte è sempre lì “alla bisogna”, non sono necessari prolungamenti o biberon vari, il seno è rassicurante per il bambino, è calore e affetto. E’ stancante alla lunga essere sempre presenti e disponibili in qualsiasi momento. Ma il mio cucciolo ha bisogno di me in questo momento e io sono sempre lì per lui. Per quanto mi riguarda allattare è piacevole, ma non è questa delizia, eppure so di stare facendo il massimo per mio figlio, gli sto dando nutrimento, difese immunitarie, contatto, rassicurazione, anche se per me allattare non è affatto facile.
La mia esperienza
Io non mi ritengo una mamma chioccia, né una di quelle donne nate per la maternità, anzi lo ammetto pure allevare figli è pesante, scocciante impegnativo e non so quante volte preferirei andare a fare un aperitivo con le amiche invece che accompagnare il pupo a calcetto o nuoto e sì, vorrei fare trekking in Tibet e non un week end in una struttura family friendly dove non smetto di controllare che il pupo si faccia male, litighi o si sporchi di continuo.
Ma tant’è, è una mia scelta, e quindi oneri e onori, anzi colgo della maternità l’aspetto della scoperta e dell’avventura, delle continue sollecitazioni che questo mio nuovo ruolo mi richiede. E non mi ha sfiorato neanche per un attimo l’ipotesi di non potere o sapere allattare mio figlio. Eppure i miei due allattamenti all’inizio sono stati faticosissimi. Quando parlo di lacrime e sangue parlo non in senso figurato ma letterale. Per il primo figlio al dolore del cesareo si sono aggiunte ragadi, mastite, mughetto, tiralatte, bambino urlante a tutte le ore, aggiunta (che io ritenevo una violenza) della quale per fortuna piano piano abbiamo fatto a meno, e poi spugnature calde e fredde, seno ingorgato, ma il bambino è stato vispo e vivace sempre….. e pazienza, se all’inizio ha mangiato un pochino meno, se è stato un pochino gracilino, poi si è ripreso con lo svezzamento e ora è un vivace, sano ragazzo di 4 anni, 20kg e 113cm! Ma che fatica, che dolore al solo ripensarci, quel mese e mezzo iniziale. E alla fine? L’ho allattato per 2 anni. Ma all’inizio è stata dura, durissima, ma non ho mollato, ci ho creduto, ho cercato e trovato qualcuno che mi aiutasse. L’ho voluto fortemente
Con il secondo mi sono detta che non mi sarebbe successo e invece… è il mio seno, è la boccuccia dei miei bimbi, è la montata lattea. Però tutto è cominciato in maniera diversa: un parto in acqua meraviglioso dopo il cesareo, grande fiducia, quindi, in me stessa e ripresa immediata (ora se ripenso al travaglio e ai primi giorni del puerperio mi ricordo che mi sentivo come se fossi passata sotto un rullo compressore, ma stavolta consapevole che sarebbe tutto passato presto). Il primo mese è passato fra ragadi e mastite, ma stavolta ho lavorato subito sull’attacco, ho chiesto immediatamente aiuto per “ripassare” le posizioni, ho attaccato sempre il bimbo sforzandomi di migliorare il modo in cui lui si attaccava, e stavolta siamo partiti con molta meno fatica, senza sangue, ma comunque qualche lacrimuccia. Senza mai lo stress del peso: insomma lui è li coi suoi sorrisi e i suoi cosciotti e le sue guanciotte a dirmi ogni giorno che, anche se il mio seno sembra vuoto, perché morbido, ormai la produzione è partita e stavolta è andata molto meglio. Siamo ai tre mesi…. Vedremo per quanto tempo andrà avanti. E non so se sono fortunata, ma entrambi i miei bimbi non hanno sofferto di coliche e hanno praticamente da subito cominciato a dormire di notte. Un risveglio una ciucciatina e di nuovo a dormire.
Questo post partecipa al blogstorming del sito Genitori Crescono
Allora penso sia bello partecipare all’iniziativa io allatto alla luce del sole 2 (perché è il secondo anno), promossa da Genitori Channel e perché è importante promuovere la cultura di un gesto naturale, sano, ecologico e biologico.
Ciao Trinty, contraccambio la visita e scopro con grande piacere che la pensiamo molto allo stesso modo sull'allattamento. Soprattutto quando hai invitato le mamme a usare anche il cervello. E io aggiungo anche "Fidatevi di voi stesse e PRENDETE UNA DECISIONE!": le mie amiche si sentono schiacciate dal peso di mille consigli non richiesti dati dalla massa (spesso non allattante!) di persone che le circondano? Io rispondo: "Smettila di chiedere e ascoltare tutti, decidi tu!" Capisco che col primo figlio ci si senta insicure e incapaci ma prima o poi bisogna prendere in mano la proprio vita e quella del proprio figlio e decidere: vuoi allattare? impegnati, sforzati, incaponisciti per farlo; non vuoi farlo? smetti di dare la colpa a questo o quello, dai l'aggiunta o solo l'artificiale. Mi dispiace se rischio di sembrare troppo drastica o intransigente, non lo sono e non giudico: mi piacerebbe vedere le mamme un po' più consapevoli dei loro mezzi e dei preziosissimi strumenti che la natura ci ha dato: istinto, affetto e latte!
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