Saturday, June 11, 2011

Riflessioni sul partorire, su vbac e percorsi personali


Il racconto del percorso che mi ha portato dal cesareo al vbac lo trovate qui, ma entrambi i racconti più dettagliati di entrambi i parti li trovate qui, si tratta del forum/sito di parto naturale, perché è lì davvero che ho trovato le risorse più importanti per il mio percorso: il sostegno di persone che la pensavano come me, gli indirizzi giusti cui rivolgermi. 

Non so se si sia trattato di fortuna, ma visto che homo faber fortunae suae, penso di avere conseguito il risultato del vbac, grazie a una buona dose di fortuna e intraprendenza. Sapevo solo di essere motivata dal TERRORE di un altro cesareo e sapevo che un altro cesareo mi avrebbero fatto se fossi stata manipolata ad hoc in una sede ospedaliera in cui i “protocolli” non prevedono che si rispetti il sentire della donna. Che io abbia fatto un VBAC in acqua è stato solo un caso, ma un caso che avevo concordato e calcolato: in quel momento mi sentivo di entrare in vasca, ero in un ospedale pubblico, ma seguita da un’ostetrica accorta e competente (di grande esperienza e rispettata da tutti) alla quale io avevo chiesto tutto ciò che desideravo e che ritenevo fosse meglio per me, per come io sentivo che dovessi partorire: silenzio, luci soffuse, niente visite, la mia musica, e nessuno intorno (c’erano dentro mio marito, l’ostetrica meravigliosa e un’allieva ginecologa), libera di muovermi come volevo, senza monitoraggi. Sono stata fortunata, e un po’ la fortuna l’ho aiutata io.

Premetto di non avere nessuna competenza ostetrica, ma solo l’informazione che ho maturato da letture per “difendermi” da chi mi avrebbe sicuramente ricesarizzata, ma non per il gusto sadico di farlo, ma perché solo io so come funziono (travaglio in piedi, niente visite etc.) e nel momento più intenso del travaglio doversi opporre continuamente diventa faticoso e qualcosa rischia di bloccarsi.
Fra le letture più importanti mi sento di segnalare La gioia del parto di Ina May Gaskin, che per me ha rappresentato una vera e propria bibbia. Qui alcune letture che hanno accompagnato il mio percorso del primo parto e poi del secondo.

Lo spauracchio più grande che sventolano in faccia a chi chiede un VBAC è la rottura dell’utero. Un evento abbastanza raro, viste le statistiche e i racconti di altri vbac e poi, come giustamente segnalato da un vostro articolo, l’utero non è un palloncino che scoppia all’improvviso, ma i segnali di rottura sono evidenti ad un occhio esperto e allenato.

Ed ecco l’altra criticità a mio vedere: l’occhio esperto e allenato. Chi ha preso in mano l’affaire nascita sono i ginecologi (lasciamo perdere il fatto che, ma questo è un mio parere personale, non capisco come degli uomini che hanno studiato possano capire che cosa si provi davvero durante un parto), ma a mio avviso le figure preposte sono le ostetriche. Per me la figura dell’ostetrica è quella magica di una donna che, con le sue competenze e conoscenze, assiste amorevolmente con discrezione, osservando ogni minimo segnale, senza nessuna invadenza, infondendo nella donna la giusta dose di rassicurazione e di fiducia nei momenti più delicati (transizionali) del parto, intervenendo solo quando è il momento. Il mio punto di vista è che molte donne pensano che siano altri a doverle fare partorire, io ho maturato la convinzione che il travaglio sia tale solo perché è un momento di confronto fortissimo con la propria persona, con l’essere se stesse, ecco perché ogni travaglio è una storia a sé, con infinite sfumature - dicevo che ogni donna è un mondo a sè pretendere che tutte funzionino allo stesso modo (ossitocina, epidurale, episiotomia, posizione litotomica) è come appiattire l'arcobaleno su tutte le sfumature del bianco –

Il punto è che molte donne oggi hanno avocato quello che dovrebbe essere un loro percorso ad altri. Pensa un po’ come in pochissimi anni (circa 40 o forse meno) siamo state riprogrammate e ormai è diventato normale pensare di partorire in ospedale e anormale pensare di partorire in casa. Perché? E’ più sicuro forse l’ospedale? Ma quanti sono i veri parti a rischio? Beh, i ginecologi sono importanti nel caso di vere e proprie patologie, preeclampsia, placenta previa ed altre, ma in caso di gravidanze fisiologiche, perché non pensare che l’ambiente casalingo sia il migliore in assoluto? Perché farsi bucare e iniettare liquidi, perché aspettare che qualcun altro dica di spingere, perché non imparare ad ascoltare il proprio corpo fino in fondo? Come non capire che tanta invadenza (visite continue) e la promessa di assenza di dolori (epidurale) crea un mito del parto indolore che però non spiega delle complicanze alle quali si va incontro e che un tipo di parto seppur vaginale priva di tante altre gioie. 

In tutto questo si dimentica che per il bambino una nascita dolce è il modo meno traumatico di venire al mondo (di più lo è essere estratto a forza e catapultato nel mondo esterno) e perchè clampare immediatamente il cordone e non aspettare che questo smetta di pulsare, il sangue contenuto nel cordone arricchisce il bambino, gli appartiene, lo aiuta a superare il calo del ferro nel terzo mese, e non apriamo il capitolo placenta, un organo meraviglioso (ve l'hanno mai fatto vedere dopo un parto?) un pezzo di vita emozionante da vedere... e forse vale la pena conservare.

Non vorrei che il mio discorso fosse travisato, non mi dilungo ulteriormente perché sembra più una filippica. Ma insomma avrei da parlare per ore è solo che tutte queste riflessioni le ho maturate durante la preparazione del mio secondo parto e dopo il mio secondo parto naturale dopo il cesareo. Capisco che certi discorsi sono difficili da comprendere perché dietro c’è un percorso di maturazione e di riflessione che è passato attraverso informazione, letture e sofferenza (si anche quella). Se c’è la volontà si trova la strada. Aggiungo solo che è importante e doveroso che le ostetriche ospedaliere comincino a conquistare loro per prime gli spazi di rispetto che meritano le donne partorienti. Che le diatribe su chi lavori di più e meglio rubano energia al vero obiettivo comune: garantire nascite “dolorose” ma dignitose, davvero naturali.

PS mi scuso di tutti i link, ma visto che avevo già scritto in merito era un modo per “ottimizzare”

2 comments:

  1. Ciao, bellissimo articolo! Mi trovo nella tua stessa situazione, vorrei un VBAC possibilmente evitando il monitaraggio continuo e potendo- se lo desidererò- poter fare parte del travaglio e/o il parto in acqua. Sono mesi che fisso appuntamenti, mi informo, raccolgo dati e statistiche...ma neppure le ostetriche più "illuminate" prendono lontanamente in considerazione il grave rischio di non attaccarmi al cardiotocografo costanemtnete e di conseguenza di farmi entrare in vasca. Questo perchè la regione Piemonte ha delle linee guida molto chiare a riguardo : il monitoraggio costante è condizione sine qua non per qualsiasi VBAC. E non avendo nessun ospedale piemontese con vasca anche un cardiotocografo da immersione, va da sè che una precesarizzata non può giovare del potere benefico e analgesico dell'acqua....
    Io ora sto raccogliendo esperienze ed evidenze di altre regioni e ospedali d'Italia in cui donne precesarizzate hanno potuto passare parte del travaglio in vasca ...Per ora ho solo l'esperienza dell'ospedale di Vipiteno e Reggio Calabria. Tu dove hai partorito? Grazie

    ReplyDelete
    Replies
    1. Ciao Emanuela, grazie per essere passata di qui, io ho partorito a Catania. Ti invito ad entrare nel forum di parto naturale (qui segnalato nel blog), perchè è un luogo virtuale in cui trovare un supporto reale e probabilmente le informazioni di cui hai bisogno. Non conosco la situazione in Piemonte, ma devo dirti che è abbastanza difficile trovare situazioni ospedaliere che non trattino una precesarizzata come una bomba a mano, ma non temere, troverai la tua strada ed il giusto compromesso. Partorire naturalmente e serenamente dopo un cesareo è possibile ed addirittura preferibile sia per la madre che per il bambino. Il modo migliore è sicuramente la minore invadenza possibile da parte delle persone che seguono il parto e, a mio parere, maggiore è la motivazione e la preparazione della madre e la determinazione nel perseguire il proprio obiettivo migliori saranno gli esiti. Il parto, VBAC in questo caso, è come un matrimonio. Devi lavorare duro per preparare ogni singolo aspetto e particolare nel dettaglio in modo tale che al momento clou, quando non potrai più pensare ai dettagli, tutto vada da sè in automatico. Come ho già scritto, secondo me, le figure preposte ad accompagnare questo percorso sono le ostetriche, ma bisogna cercare con attenzione fra le ostetriche ospedaliere le più esperte e/o anziane, che hanno ricordi di parto non medicalizzati. Spero di esserti stata d'aiuto, se vuoi altre informazioni scrivimi pure in privato. Fra quanto partorirai? In bocca al lupo e ti auguro proprio di avere il tuo tanto desiderato VBAC

      Delete

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...